lunedì 30 novembre 2009

evening




"Io ci sono di sera"
"e se vuoi possiamo uscire"


Non andiamo lontano però, e mi piace citarti. Mentre popoli intere nazioni, mentre ti spogli.
Mi irretisce il metodo con cui esageri con le virgolette, mentre ti rifai la coda ai capelli. 
Quando ti abbronzi, quando scappi nell'ombra.  
Se tu fossi sempre qui, sarebbe inutile.


"Io ci sono sempre alla sera"
"ma non esco più"

Dedica:


"I'll let some air come in the window
Kind of wakes me up a little
I don't turn on the radio
Coz they play shit, like....You know
When your hand was down on my dick
It felt quite amazing
And now that, that is all over
All we've got is the silence
In the deathcar, we're alive
In the deathcar, we're aliv
e"

domenica 29 novembre 2009

Qui



Si parla di altre cose, si va un po' oltre le barriere callose, oltre i  grassi e illuminati pensieri, ottimi  per concimare il sabato sera. 
Non si cita, per dare il via alle parole, alle parole lette. Lette così, come si guardano  le figure. 
Si risparmiano le opere di bene e la diarrea che ne deriva. 
Ci si innamora dei dettagli come del midollo osseo.
Si evita di leccare tutte le tonalità del grigio, sperando che, a forza di saliva, si colorino di belle speranze e  speculare vanto. 
Non si piscia controvento per poi calare nella conversazione il proprio affetto amicale per 
le "cose-così-intriganti-se-fuori-dall'ordinario". 
Ci si fa pisciare in bocca per evitare di dare troppi insensate indicazioni, verso la retta via. 
A volte lo si fa per puro piacere.E se qualcuno non predilige l'orina, ma sa cosa dire, non lo si scarta a priori.
La finzione è un gioco privato, non una pessima abitudine pubblica.
 I consigli si sussurrano e senza sedersi sul trono. 
I dubbi molti, ma non si sprecano mai.
Non ci sono tessere, ne' frammenti:  il club delle aristocratiche marmotte può tornare al letargo, piuttosto che passare da queste parti.
Si pensa ai diritti come ai doveri, come essenziali anche per la terza parte del mondo, ne' noi, ne' voi.
Le biografie altrui e la personale memoria non sono la scusa per aumentare i centimetri del proprio antefatto culturale. 
La morte, seppure interessante e magnetica, crea ancora stupore assoluto. 
Paura e dolore.
In questi quartieri un tremito delle spalle indica un brivido e una sensazione, non uno strafottente: me ne frego.
Da queste parti si è più morbosi, perduti e attenti. Senza sentinelle, senza.


Qui dov'é?. 
Altrove è un po' da per tutto. 





venerdì 27 novembre 2009

Let's dance







Necessità di sequenze 
perfette in un 
mondo di 
atti unici inconcludenti


The Tango Lessons 1997
Sally Potter
(Libertango - Astor Piazzolla)

giovedì 26 novembre 2009

Il Baubau






"Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero. Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace"
Il Baubau - Dino Buzzati


Non scrivo più nulla tra le righe e il mio linguaggio si complica. Più esplicito e manovrato che mai. Ti assicuro che è l'attesa il peggiore dei termini e dei paragoni. Se per favore ti avvicini ti dimostrerò come sia semplice arrendersi ad una vita tranquilla.
Scatti d'ira sparsi nelle stanze, la televisione sempre accesa. 
Il denaro non è abbastanza, perché non avanza mai. 
Poi perdere al gioco delle previsioni, tutti i sogni, vincendo proprio il primo premio: la realtà. 
Ripetersi che l'amore non basta, sperando che non faccia la stessa fine dei soldi. 
E in salotto abbiamo seppellito le illusioni, mio padre, varie madri, e i tuoi gemiti.
Avevo uno scheletro di burro, una anima di cenere. Ora tutto si è irrobustito.  Se sorrido di nascosto è perché sono stanco di essere forte di giorno.  Di non ricordarmi di star male, la notte.


E l'uomo nero quando viene a prendermi? 
Saprò di essere stato, una volta ancora, cattivo e fecondo? 





mercoledì 25 novembre 2009

Tempo di Liste o tempo di Gusti?

Visto che sembra inevitabile, non evito e metto quelle che considero le canzoni per me rappresentative, Rappresentative di che cosa? Forse solo di Listener...
3 per decennio, non è tutto quello che amo in campo musicale, ma sono le tre canzoni che per prime mi vengono in mente

60's








70's







80's









90's






00''s










Fragile o debole...




Fragile, debole è un pacco regalo che non mi spetta. 
Fragile e dolorante, non certo debole e pronto ad ammiccare.  
Meglio un collare di piacere, che uno per piacere.

lunedì 23 novembre 2009

Mistake



Ancora più smaltati e cromati gli accadimenti, per questo non resta che spegnere la luce più spesso.
Si risparmia lo sforzo di dover capire, tra tanta confusione patinata, dove andare a cagare e dove potersi pulire, dopo. 

venerdì 20 novembre 2009

In the name of Brenda.

Probabilmente incastrata in un meccanismo perverso, molto peggiore delle "perversioni" a te attribuite dai moralisti. 
Sicuramente degna di miglior fine, per aver fatto mercato molto più onesto di tutti i mercanti che ti frequentavano. 
Ora ogni ipotesi vale, tranne quella dei respiri che non avrai più. 
Omicidio volontario. Razzismo volontario, intimidazione. 
Dietro tutto questo: un uccisione. 
Solo un trans...in un mondo di vipere, peggio:
 di conigli.
Il corpo certamente più perfetto, rispetto alle squallide imperfezioni dell'ipocrisia. 
Sbirri e doppi petti, gonfiati di giorno, e pronti nel segreto a piegarsi, di notte. 
Squallidi loro, letame loro. 
Non per la carne o la voglia, ma per la negazione e la retorica.
Merda di cane loro e i fari che dedicano alla strada, solo quando comoda, solo quando serve.
Se lavoravi, come commessa, operaia, impiegata...
ma non puoi, qui non è permesso.
Qui non sta bene.
Speriamo che almeno ti diano il giusto nome, il tuo, quello che solo tu conosci...la dove riposi.


Due inevitabili dediche, lo stesso autore:







giovedì 19 novembre 2009

intitolato




Cadute notturne. Come arrovellarsi l'anima, e inutilmente. 
Intanto a fianco si sono già alzati tutti dal letto, e per lo più si radono allo specchio o si depilano sotto la doccia. Si vestono, si chiamano al cellulare mentre timbrano sul bus, mentre cristano contro gli scooter. Mi assottiglio e malamente ancora mi dilungo nella frantumazione. 
Rovinose cadute notturne, perché la mia notte continua. Anche se faccio qualcosa. 
Se, più lento, di qualsiasi altro, se preparo il caffè. Meno sveglio e meno accorto, mi raggiro da solo. Dove penso di andare? Indietro non mi vogliono, avanti non voglio più io. 
Scrolloni alla fiducia e alla speranza altrui, quando mi stimolano, quando mi cercano. 
Assensi fuori,  cadute dentro, Proprio quando comincio a rassicurarli. E cosa li rassicura lo so. 
Cosa mi perdo è ben presente in me. 
Qualche sera, davanti a qualche birra, magari solo una volta alla settimana, ci raccontiamo tutto, 
Oppure capita una confessione a chi viene da lontano, a chi non riesci più a vedere spesso. 
Ma è sempre tutto troppo velato. Il mastice e gli attrezzi per la ricostruzione si sono persi. 
Non di certo io, ma la parte che ideava e scattava nella prossima fantasia o assurdità sorridente, quella si che non sa come fare.
E mi vogliono bene ed io a loro, ma inciampo lo stesso. Di notte, ventiquattro ore di buio.   









Oggi non so dove si trova l'astrazione, e il mio intuito ciondola sempre più.




martedì 17 novembre 2009

delitto e in castigo




La noia il vostro confine il passaporto altrui. Come sempre, come d'altronde.
Perché spostarsi se nella vostra mente la terra è piatta, ma gira. Perché addentrarsi nel dramma giornaliero dei passeggeri, di tutti coloro a cui non si vuole dare un passaggio, meglio lasciarli sul marciapiede ad aspettare. con tutte le stronzate che già pensate e pronunciate da soli. Non è necessaria la compagnia di chi soffre e le parole di quelli che, ostinatamente, vogliono assuefarsi al dolore, all'insonnia e agli incubi tattili. La loro, mia, necessità di piaghe non può invadere il vostro decubito. Al massimo quando con dolore ci strapperemo le squame, toglieremo la pelle, per rinnovarla, sempre uguale. allora vi precipiterete, come geniali antropofagi, a rivendicare l'origine delle frattaglie in avanzo. Sarà spassoso e conviviale, per voi.


Poi sinceramente è tutto più semplice, anche la mia idea, la mia gentile opinione: non so che farmene della vostra indifferenza, non brucia più il vostro cervello copiativo. 
Gentile e capitale come consenso e come pena.

"non conosco il testo" Luis BUNUEL...












lunedì 16 novembre 2009

La sessualità un problema spinoso...



Per il paese corre un tremito ed un timore, tutto indica che presto diventerà vero e proprio panico per tutti i portaborse e accoliti.
La domanda è oramai una sola: a quale sessualità appartieni?
Un quesito nuovo e estremamente basilare.
Non si può accettare che qualcuno sfugga ad un etichetta. I partiti pronti a recepire vogliono comprendere a fondo quanti "scopatori" quanti "froci" e quante "lesbiche" andranno a  votare.
Presto nei loro organici inseriranno nuovi rappresentanti di queste categorie, che siano però puliti, da presentare, che siano monogami e di estrazione borghese. Infine non devono ragionare troppo. Con la propria testa.

Naturalmente nessuno per il momento potrà ardire a ricoprire ruoli di primo piano, il loro compito non è decidere, ma essere presentabili e democraticamente inquadrati. Non si può certo dargli ruoli di responsabilità quali segreterie, ministeri importanti o presidenze della repubblica, non lo si permette alle donne figuriamoci a questi pervertiti.
Per i feticisti, i sado-masochisti, i coprofagi...beh poi si vedrà.

Riguardo poi alle perversioni che implicano violenza non consenziente quali pedofilia e violenza sessuale la prima è stata data in management alla chiesa, la seconda è da condannare solo se di natura extracomunitaria.

Che noia e che schifo la trasgressione all'italiana.

Un passo indietro

A volte conviene.
Come certi serpenti che nemmeno mordono, ma il veleno lo sputano.
 Certa carne è già morta perchè sprecare un morso.
Come un libro usato di spigolo, sulle tempie degli idioti. 
Ed evitare il contatto, spotarsi di lato mentre ti caricano. Vittime della tua provocazione passiva, vanno a vuoto, la loro faccia sul selciato, tu che riprendi la passeggiata.
Sarcasmo salvaguardato, oscenità risparmiate.
Da dedicare felicemente a me stesso.
La ferocia è un bene rifugio oramai, tenerla da conto,
Tenere alla larga il resto.


martedì 10 novembre 2009

...



Se sai la parte scosta le dita, dal libro e dalla mia pelle.
Non ho certo bisogno di un recitativo natalizio.
Evita l'incrocio dei tuoi occhi, evita le promesse.
Evitami. 
Se hai dimenticato la punteggiatura, e la sintassi
per le buone occasioni, festività comprese.
Spogliati pure, qui inizia il mio volerti.


lunedì 9 novembre 2009

The Magnificent Sevent - Robert Vaughn






Visto per la prima volta a sette anni, Ricordo fin troppo bene di essermi subito identificato nel personaggio interpretato da Robert Vaughn, quello dell'uomo in fuga, senza più speranze, inseguito da mille paure, inesorabilmente perso.  
Per tutto il film appare come il peggiore tra i sette. Vive nella penombra. Vestito assurdamente, in modo quasi estraneo al contesto del film stesso, sempre vicino all'oscurità. Inseguito dai propri fantasmi, guanti equivoci di pelle nera, una morbosità pienamente accennata.  
Con l'ossessione di essere ritrovato dalla propria ombra. Rabbioso nella solitudine
Sorriso ironico e cinico. Scettico e pieno di incubi, incapace di tener testa al proprio passato...eppure...ogni volta che rivedo il film lo scopro, tra tutti, il più umano, quello che va oltre i suoi abituali orrori.
Prototipo di molti eroi perdenti ed errori vincenti.
Per assurdo alla fine è proprio lui a scegliere di compiere un atto quasi impossibile, forse anch'io sono ammalato di romanticismo o forse ho bisogno di un sogno.


sabato 7 novembre 2009

Se esiste questo pezzo
possono esistere molte altre cose



cure boys dont cry

I would say I'm sorry,
If I thought that it would change your mind.
But I know that this time,
I have said too much,
Been too unkind...


I tried to laugh about it,
Cover it all up with lies.
I tried to laugh about it,
Hiding the tears in my eyes.
Cause boys don't cry.
Boys don't cry.


I would break down at your feet,
And beg forgiveness,
Plead with you.
But I know that it's too late,
And now there's nothing I can do...


So I tried to laugh about it,
Cover it all up with lies.
I tried to laugh about it,
Hiding the tears in my eyes.
Cause boys don't cry.
Boys don't cry.


I would tell you,
That I loved you,
If I thought that you would stay.
But I know that it's no use,
That you've already,
Gone away...


Misjudged your limit,
Pushed you too far,
Took you for granted,
I thought that you needed me more...


Now I would do most anything,
To get you back by my side.
But I just keep on laughing,
Hiding the tears in my eyes,
Cause boys don't cry.
Boys don't cry.
Boys don't cry...









Misfatti




"vivere a questo modo è vivere da morti!"

A quando il reato di vilipendio alla laicità di offesa all'ateismo?
Quando smetteremo di vedere liberamente insultata
la nostra scelta?
Smetteranno di affermare che siamo privi di valori, incapaci di umanità
solo perchè fuori dalle porte della chiesa?
L'insulto ripetuto, teorizzato, trasformato in dottrina
parte da questa congrega, da questa setta,
da questo "marketing multilevel".
E la blasfemia ribelle e rabbiosa
è spesso l'unica reazione
a questa violenza.

(in)trattenimenti



Il passante mi chiede d'accendere.
Lo guardo stupito: come può sapere che fumo, non ho la sigaretta in mano. Ne' il pacchetto visibile, e non ha certo annusato la mia nicotina.
Lui però va a colpo sicuro, e non sbaglia.
Si sofferma ancora un secondo. E mi fissa mentre rilascia distratto il suo grazie.
Posso camminare ancora una decina di metri, poi lo imito, vediamo come sono intuitivo: ma questo non fuma e allora il mio sguardo va a vuoto e quel ringraziamento me lo porterò nella tomba.

venerdì 6 novembre 2009

Ribellione...e "radici comuni"

Questo film nelle scuole a spiegare quale ipocrita
viscida e insulsa "radice comune" ha certa gente.


L'Ora di religione, Marco Bellocchio, 2002


giovedì 5 novembre 2009

Nella testa




Cominciamo:
Non sono puro, di seguito, in conseguenza,  evito le frasi che iniziano con "Io", non sempre mi riesce, quando cado nell'errore, una striscia di sangue mi attende al risveglio. Mi addormento con un libro, e non perdo un attimo, non perdo il vizio. Troppa gente che si assopisce con un litro di merda a soffocare la colpe.
Le mie? Ovviamente scritte nel libro, perchè rileggerlo se no?
Inoltre.
La carne? parliamone a pranzo, a letto.
Quaranta monopoli al giorno, e bussare alle porte non è la mia qualità migliore, così impacciato nel farlo. Approfondire l'attesa e odiare il tempo sprecato in sala, assieme ad eventuali pazienti.
E porto rancore, verso chi si è vendicato, inaspettamente, delle mie sconfitte, delle proprie vittorie.


Devo scrivere tutto questo sul mio prossimo C.V.?


Nella testa il finale qui sotto illustrato. Nella testa.

mercoledì 4 novembre 2009

Dall'Europa, senza fervore...

Potrebbero attaccarci un bel cartello con scritto:

"Non credo che tre giorni mi basteranno per tornare".



martedì 3 novembre 2009

Dreams not allowed.

Dopo.




Piegato in avanti, posizionato di schiena il paese si ostinava a dire di no, ma oramai non avvertiva più la differenza di spessore morale tra  un endoscopia esplorativa e un avambraccio nodoso. Spengo la lavatrice catodica. Mi scosto dai miei occhi chiusi e avverto il fegato che richiede il caffè, la nausea, fisica, che oramai mi stimola. 
Pompieri e protettori civili correvano, in bicicletta, a salvaguardare i beni artistici.
Quanto sopra arriva, assieme al mio risveglio.
Merci alla rinfusa.



Prima.



La mia spiaggia preferita rimane nella foto, quella presa l'anno dell'estate. L'estate segnata dalla licenza media. Tu, ora ricordo, compravi un vestito, sceglievi il colore assieme a tua madre. Cotone per un mese, quasi trasparente.
Nessuna drammaturgia o infezione ideale,  persino la solita angoscia era meno importante della bassa marea.
Potevo spingermi a chiedere informazioni sulla posizione costante dei miei ricordi. Osservare gambe abbronzate. Tavolini in vimini e dissetati turisti. I miei desideri d'allora, qui. 
E gli odori più densi, meno sanati dall'abitudine. 
La scoperta quasi come il cibo, inevitabile, desiderabile, puro sostentamento.
Cibarie per i sensi e per il mio sesso.
Voglie.
Vortici in cui ci si perde facilmente, senza dar retta.

Che sogno diabolico. Sognare pochi spiccioli.

lunedì 2 novembre 2009

ending



Non può funzionare, sempre meno poeti.
In agguato elegie friabili, pronte per cibare i piccioni e le blatte.
Non si può mica andare avanti così.
Tutti in punizione,
per un  bel po' si spera!