venerdì 25 febbraio 2011

Perchè odio il potere


Bella domanda...
Perché è gretto, perché è solo un ricatto.
Verso donne che dipendono da uomini, verso popoli che dipendono da pazzi, verso figli che dipendono da violenze, verso l'arte che deve avere sempre un prezzo, verso chi guarda le mani per considerarle solo braccia. 
Verso me stesso, da parte di me stesso. 
Perché per quanto ci spacchiamo il culo c'è sempre l'usurpatore violento o quello che fa finta di non vedere, quello che pensa di sapere come fare e quello che si mette il vestito bianco della vittima solo per ottenere qualcosa. 
Perché mi sono fatto un mazzo così per non avere più a che fare con il potere, perché sono sereno quando ci sto lontano e mi si spacca il cuore e lo stomaco quando lo vedo in opera, o quando mi si avvicina. 
Lo odio quando pone barriere alla libertà d'amare e quando indica come peccato il dovere di essere liberi, quando usa i mezzi coercitivi, quando eiacula invidia e protervia, indifferenza e furbizia. 
Quando usa gli altri come mezzi per assicurarsi un po' di finto calore, e quando impedisce a chiunque di accedere a quello vero, al calore che ci si merita.
Lo detesto per quando e quanto mi ha pervaso e lo disprezzo per la tristezza che mi dà, ripensando a quanto mi ha fatto perdere, a tutto ciò che mi ha fatto perdere.
Un tempo era rabbia per come vedevo il potere macinare sentimenti e carne sia in grande scala, sia in realtà più private.  
Ora è malinconia e tristezza ogni volta che scorgo questa violenza impedire a qualcuno di essere veramente se stesso.
So che esistono altre strade e le sento, dal loro profumo.


"- Tu sei uno destinato a non essere mai felice?
- Non so che cazzo tu sappia di me, ma io so quando sono felice!"

giovedì 24 febbraio 2011

frullati...




Mentre ti riallacci ai fili che conducono ancora elettricità riscopri un invito a guardare dentro, è pericoloso, perciò: fallo.


Egregio sconosciuto le scrivo per farle notare che non potrà più calpestarmi i piedi la prossima volta che mi toccherà stingerle la mano.


Chi è più feroce tra l'aguzzino che ti procura le stigmate o l'avventore che deve sempre infilarci il naso?


Se lei non fosse esistita avrei dovuto inventarla, ma lei c'è...quindi con la concretezza ora posso fare pace.


Per la tastiera uso appena appena 4 dita, le altre pensano.


Ops...ho appena scoperto di non avere più freddo proprio ora che finalmente mi sono deciso a  girare nudo


Per i soldi basterebbe un lavoro appena decente, per la gloria bastano certi maschi e i giochi a cui non partecipo mai, il resto lo faccio per amore.


Se mi inchino a baciarti i piedi è solo per pura fede nella tua sensualità.


Non solo sto riordinando il mio giardinetto ma ci piscio pure dentro...l'odore terrà lontano i "buoni" gerarchi della comprensione.


Empatico sì, ma il" tre per due" non lo facciamo più mi spiace.

sabato 19 febbraio 2011

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venerdì 18 febbraio 2011

I don't care o meglio non mi interessa...

I.
Così mentre galleggio sulla banchina ferroviaria, con lo stomaco capovolto e il diaframma frantumato, non mi chiedo più nulla. 
Non ho più certe  domande da pormi. Non ho idioti intorno.
Il passo dei miei stivali verso la carrozza numero nove è tranquillo. 
Non me ne frega poi molto di perdere il treno. Non me ne frega nulla.
Non me ne frega un cazzo.
Questa calma, mai vista dalle mie parti, contiene il dolore della separazione, lo contiene ma non lo stempera affatto, ne' mai lo imprigiona. 
Nulla e nessuno si potrà mai più permettere di farlo. 
Le sue spalle nude hanno questo diritto.


II.
Sono entrati anni fa in casa mia. 
Avevo l'illusione che le porte si potessero lasciare aperte. Si sono presi tutto e, uno ad uno, poi sono andati via. 
Non mi interessa. 
Ho le porte ancora spalancate e nessun oggetto da potersi considerare proprio. 
Che vi ruberete ora? 
Non quello che ho intenzione di dare. 
Certe cose sono solo per chi entra frantumando li specchi, per chi sa calpestare le inutili porcellane del passato.
E io prendo il caffè con l'ospite atteso da una vita.


III.
Vestito di nero mi appoggio in contrasto contro un muro bianco. Ombre dai mille colori si condensano, evaporano, poi ritornano liquide. Le sue dita tatuano a caldo il mio corpo. La carne ha ricominciato a squarciarsi e la pelle nuovamente suda sangue. 
Il mio sentire, serenamente, secerne  sperma e mestruo. 
Squartato e contento, devastato e integro, bacio il mio amore. 
Fica e cazzo compresi. 
Capiti.

sabato 12 febbraio 2011

Ora




Perché nessuna grammatica o regola inquina più i sensi.
Ora che è sempre giorno, che è sempre onda....che è molto mare, ora non ho bisogno. Ho desiderio e la pelle serenamente a strisce, a piaghe amorevoli. Ora soffrire non è un presagio, ma un densa attitudine. E ti cammino, ti odoro, ti annuso, ti bevo e tu mi divori come nessuno saprebbe fare, con il consenso notturno. Prendimi e finalmente possiedimi, è il giorno giusto! Non dimentico certo il nostro ti amo, ti amo.

venerdì 4 febbraio 2011

con le altrui parole... ed un post scriptum







1.Così la macchina dell'oppressione sempre si volta contro chi la serve. Italo Calvino


2. Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero. Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace. Dino Buzzati


3.Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà. Ennio Flaiano.


4. Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù… Pier Paolo Pasolini


5.Non è solo colui che rifiuta le regole e il branco purché si batta. Paolo Volponi


6.Io non odio persona alcuna, ma vi son uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. Ugo Foscolo


7. Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti. Primo Levi


8. Sei comparsa al portone in un vestito rosso per dirmi che sei fuoco  che consuma e riaccende. Giuseppe Ungaretti


9.E poi a un tratto l'amore scoppiò dappertutto. Fabrizio De André


10. Le strade sono aperte ed il momento viene sempre. Francesco Guccini




post scriptum:
Non potrò presenziare alle celebrazione del vostro cinismo, mentre lo imbalsamate e depositate su un trono o su una croce, sono sempre così inesorabilmente impegnato a non smentire il sogno di stanotte. Listener






mercoledì 2 febbraio 2011

Ieri oggi e domani....

In questo blog spesso considerato scabroso e depravato...sembrerà strano questo post e i suoi contenuti. Spero di essere "scusato".
Ma...
Come ora, mai. Come ora sento il bisogno di riconciliarmi con il mio privato. Con una spinta verso il futuro che mi scalda dentro, riapro le scatole dimenticate. Sollevando i coperchi avverto il vento tiepido soffiare da fotografie e oggetti, avverto la lentezza, la densità. 
Ora ho tempo e voglia di farmi perdonare di quella che si chiama riconciliazione personale e di ricominciare con uno zaino stracolmo e leggero, finalmente leggero, finalmente stracolmo. Non ho all'orizzonte certezze economiche. La stabilità oggettiva sarà dura da riconquistare, ma quella interiore ora preme e su quella, inviolabile e totale, voglio nuovi giardini e nuove piante. 
Questo non si compra, non si vende non si possiede, si sente!
Il resto verrà...(si!)
Non cambio, solo torno ancora di più verso me stesso e verso la mia vita. Miglioro? Non è questa la questione, non è ciò che mi interessa. Voglio solo respirare. 


Un grazie...a Te.




Fotografie di ieri, per oggi e per domani.

Argentina 1993 La Boca Buenos Aires

Iguazu waterfalls 1993

Father

Twins

Listener on board

Family

Listener 1972