mercoledì 16 marzo 2011

envy, neid, envie, envidia, invidia

Envy, neid, envie, envidia, invidia.
  
"Tanto ci sarà sempre lo sapete un musico fallito, un pio, un teorete, un bertoncelli un prete...a sparare cazzate" Francesco Guccini


 

Veleno potente, acido che intacca l'oro e i sogni...potente. E corrode gli entusiasmi altrui. Uccide il portatore insano, ma solo dopo avergli permesso di spargere sterco sui sentimenti e le avventure invidiate, purtroppo non è retroattiva o propedeutica la morte di un simile "sentimento". 


Invidia per chi ha peso e ha sentore di se stesso, per chi sfugge ai titoli di coda, al casting sociale. 

Rabbia senza esplosione, si inocula facilmente negli episodi altrui, con un ricamo tragicamente mal eseguito, con mani tremule e bugiarde. Facile trovarla sotto le suole delle scarpe, molta gente la porta in giro e non pulisce, ne' la raccoglie per riportasela a casa. Per sodomizzarsi goffamente e in solitudine, come meriterebbe. 


Invidia per chi si innamora, e non di te.

Demente e inutile spreco di energie. Meglio sarebbe mandarli in miniera, gli invidiosi, ma i nani a spicconare erano solo sette...non milioni. E la regina ha scoperto che dietro lo specchio c'era solo il muro.

Invidia per la permanenza su questa terra di persone che si muovono tra figuranti muti. Invidia per chi fa musica e per quelli che la sanno ascoltare, per chi fa film e per chi li sa vedere, per chi scrive e per chi sa ancora leggere. Troppo spesso chiamata ammirazione, troppo spesso mascherata come un sensale fanatico e viscido.


Odio quasi feroce per chi non ha bisogno di credervi puri, per chi è gentile, ma sorride ironico alle vostre pretese, alle strategie dello sfruttamento, mercantile e sentimentale.  Pessima faccenda essere commiserati per il vomito gastrico che vi ha invaso il cervello. Vi da l'ulcera al pensiero.

Invidia. Morte dell'empatia, sbarramento delle porte, siano esse cardiache che epidermiche.

Rancida e sterile capacità di comunicare, parlare solo per eccessi melliflui, come se poi  i vostri canini affilati non si vedessero! Come se non si fiutasse la vostra voglia di reprimere la libera serenità la e feconda sofferenza dell'altro. Roba da commedia, da tragedia, ruolo per comparsa non invitata che prima gode, poi odia, sempre pronto a masturbarsi sullo sbaglio altrui. 

Invidia, non un peccato, non un vizio...sempre e solo un tradimento, dell'umano.
Furto che nessun ladro onesto commetterebbe. Furto dei respiri altrui, tortura sociale che impedisce il diritto ai molti, e da stupida forma a presunti doveri, doveri per tutti, tranne che per l'invidioso. 
Mezzo e fine per soggiogare gli altri, definita psicologicamente come il contrario della superbia, in realtà è la sua anima marcia.


Invidia stammi lontana, i tuoi accoliti non li reggo più!


Canzone contro l'invidia.

1 commento:

Zio Scriba ha detto...

Immenso Guccini, ma me lo sono goduto a metà: l'ascolto di blocca misteriosamente a 2.04...