mercoledì 3 marzo 2010

P.


Ho solo un attimo di paura. E si è attaccato come un parassita alle corde del vivere. Se per favore venite a liberarmi. Se sapete voi come fare a slegare l'animo a ricomporre e ingessare le fratture ossee e l'emozioni. 
Come qualche gatto che si ferisce le zampe sui cocci di vetro. Quelli impastati sui muri più alti. 
Così mi ostino a  non curarmi, a mettermi nel flusso del randagismo vitale, coscienzioso e vitale, saltuario e vitale. Leale nel suo sfinirmi.
Ma non mi muovo poi troppo, fletto i muscoli per infiniti ripetuti movimenti, e la lingua per commettere schiocchezze. di quelle che fanno sorridere educatamente e lasciano mance pieni di baci.

Ho solo un attimo di paura e mi ucciderà, magari tra qualche anno per enfisema, tumore, o morbi vari. 
Nel frattempo più che uccidermi mi lega e inchioda alla pigrizia, alla sera, stanco.

2 commenti:

Gap ha detto...

Se sapessi come curarmi verrei a darti aiuto. Come tutti sono alla ricerca di un perché. Forse unendo le nostre domande potremmo trovare una risposta.

listener-mgneros ha detto...

"Non è mica la morte che importa,
è la tristezza, è la malinconia.
Lo stupore.
Le poche buone persone che piangono nella notte.
La poca buona gente.""
Charles Bukowski