sabato 20 febbraio 2010

sperperare



Così mentre scopre che, finalmente ce l'ho fatta. Posso scannarmi di lavoro e fare tardi. Così me la merito si, questa vacanza dall'altrui genere umano. Vedo pariglie di gente a non finire, e parlo con loro. Gli chiedo come va? Se sono stati bene. Tutto ok? Per cortesia o per digestione rispondono, ci mancherebbe altro. Domani mi alzo, con i minuti contati e mi piace avere fretta. Mi evita un sacco di guai con me stesso. Non mi fa ottenere nulla, probabilmente tutto. Mi risparmia problemi, appunto. Se ti affretti mi puoi vedere mentre con la fionda rimando la sveglia. Mentre bestemmio e metto in disordine. Non è questione di ritmo, semplicemente di svuotamento.
Tardi, mai presto, potremmo umiliarci a parlar di stagioni, che continuano ad esserci a dispetto del clima.

-Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
solo i sogni che non fanno svegliare.-
-Sì, Vostro Onore, ma li voglio più grandi.-
-C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre.
Non dovrai che restare sul ponte
e guardare le altre navi passare
le più piccole dirigile al fiume
le più grandi sanno già dove andare.-


Canzone del pade - Soria di un impiegato F. De Andrè  

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