giovedì 25 novembre 2010

Concessioni.





I.
Se ti piace va bene, se ti va solo bene spesso non ti piace.
E' logico, ed è semplice. Ma tendi a dimenticarlo. Questa mia attitudine alla complicazione ha un po stufato.
Ora addormentati.


II.
Al supermercato, scusandomi passo indietro, sarebbe il mio turno, e vedo che di pane non è che ne sia rimasto molto. Ma tutte queste persone sembrano metamorfizzarsi in iene, appena scorgono l'occhiata interrogativa del banconiere. Non voglio essere sfidato a singolar tenzone per l'acquisto di una pagnotta. Non voglio proprio litigare anche qui. Non oggi. Ieri ho ricevuto una frase sanguinante, e la fasciatura sentimentale non ferma l'emorragia.

III.
Vanno di moda i pugni e l'indignazione conseguente. La querela è calda, è pronta. La super vittima non aspetta altro che farsi purgare da uno sberlone, dopo anni di sproloquio e di alito fecale, . Ripartirà da zero e potrà aggiungere nuove prediche contro il totalitarismo che ci ucciderà tutti.  Rinfrescare le sue menzogne e giocare nuovamente con le tre carte.
Io penso a un me dodicenne, a come per un bel po' ho cagato il cazzo ad un allenatore che pazientemente mi spiegava la posizione da tenere nei tre quarti di una squadra di rugby, alla mia insolenza e arroganza nel reagire con parole stupide e offensive.
Alla fine mi sono preso una sonora e necessaria sberla. L'unica reazione è stata incassare, capire e stare zitto.
Poi mi ricordo, anche,  altri pugili, festeggiati al momento dell'arresto, mentre un cadavere di una donna  terminava il suo viaggio verso casa.


IV.
Da mesi aspetto un piccolo avvenimento economico che mi dia un po' di respiro, che non mi debba per forza costringere ad elemosinare lavori di merda o splendidi aiuti fraterni. Non sarà risolutivo, ma spero mi serva a fare il punto e a farmi saltare oltre l'emergenza che ti annichilisce e ti costringe a farti andare bene qualsiasi violazione dei diritti elementari, della dignità, della speranza.
Questo mio poter aspettare è una fortuna.
Anche qui mi fermo a pensare, e vedo chi non ha possibilità, ma ha figli e ha case da tenere per forza vive..vedo che anni fa questa era la prima e unica cosa da difendere, ed era naturale farlo, giusto e indiscutibile. 
La negazione di questo non è violenza e basta, è violenza criminale. 
So che, come qualcuno ha detto...ribellarsi è giusto!



P.S. Le foto non sono esaustive di nulla, ma proprio di nulla.

8 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Già, come ti capisco. Anch'io qui a Mafiopoli, o vatikalia, o Lobotom-Italy che dir si voglia (la terra della Fuga dei Cervelli e della Strage dei Capaci) posso permettermi di vivere in standby, ma solo perché uno splendido padre (lo stesso, ironia della vita, che un tempo mi diceva Trovati un lavoro scrittore del cazzo!) mi tiene la spina infilata nella corrente, che paga lui. Altrimenti sarei là fuori, a farmi violentare dai maiali del call center, dello stage, del contratto a termine, dello schiavismo omicida, del non rompermi i coglioni con le ferie perché devi dimostrarmi di aver voglia di lavorare...
In bocca al lupo, mon ami.

mod ha detto...

un passo di piombo alla volta, cazzo.

love, mod

listener-mgneros ha detto...

@ Scriba Negli ultimi 4 anni ho praticato il mestiere di addetto alla cella frigorifera a - 30 un anno, Venditore per una ditta che non pagava, un anno,
Magazziniere in nero per negozi di abbigliamento vari mesi.
Impiegato in una ditta marittima estera, fallita e licenziati tutti in tronco,
Cameriere in un ristorante.
Non mi vergogno di nessuno dei lavori fatti, dovrebbero vergognarsi loro di sfruttare la gente.

Io ora ho un aspettativa che con il mondo del lavoro non centra forse nulla, ma come ho detto il problema non è mio, ma di quelli che non hanno ne aspettative ne possibilità di scelta.

@ Mod semplicemente sai già che ti voglio bene.

Zio Scriba ha detto...

Totalmente d'accordo con te! (Spero anzi che le mie parole di prima non fossero fraintendibili).
Io sono stato, fra le altre cose, piazzista di enciclopedie, rappresentante di prodotti per dentisti, impiegato sottopagato, fattorino di un fiorista, e non mi permetterei mai di guardare dall'alto in basso (se non per il fatto di essere 1,94 :D) le persone che lavorano, perché nel momento in cui lo facessi smetterei di essere uno scrittore per diventare, seduta stante, uno stronzo.
Quando esprimo tutto il mio disprezzo per quello che chiamo "mondo del lavhorror", mi riferisco agli sfruttatori, e non certo a coloro che si guadagnano da vivere.

listener-mgneros ha detto...

non era polemica giuro

Gap ha detto...

Con i vostri lavori-non lavori mi fate sentire e sono stato un privilegiato.

listener-mgneros ha detto...

Il senso del paragrafo sul lavoro in questo post non era chi di noi sta meglio o peggio, ma quali sono i diritti perduti, quelli che erano indiscutibili e ora sono diventati indifendibili per decisioni "finanziarie" ignobili.
Per una lunga parte della mia vita, prima di altre scelte, ho lavorato per molti anni per la stessa ditta ed ero quello che probabilmente si considerava un privilegiato.
Poi molte cose sono cambiate, di fronte ad un licenziamento ho reagito chiedendomi se era tempo di fare delle cose che desideravo, ero solo e potevo sbagliare. Oggi posso ancora sbagliare, morto me, morti tutti, ma chi se spaccato il culo e ha una famiglia, figli, mutui, rantolando ad una catena di montaggio o ad altro, beh a loro non è permesso sbagliare, eppure pagano il prezzo più pesante, e sono schiacciati da un concetto che parla nuovo mercato del lavoro, che puzza solo di medoti da rivoluzione industriale 700-800.
Per non parlare della morte sul lavoro, degli incidenti. Che qualcuno poi cinicamente adduce a gli stessi lavoratori.
Questa è merda o pensiate si possa definirla diversamente?

listener-mgneros ha detto...

il "pensate" non era rivolto ai commentatori, of course