lunedì 19 dicembre 2011

if you dare...fist my soul!



La funebre storia del soggetto che non era ammalato, perciò gli tocco la parte del morto. Mentre altri si  fottevano la borsa e la vita: che a tutta sta gente serve poi per permettersi le passeggiate romantiche nei viali, quelli con il cipressi. Quelli tanto poetici e tanto moderni. 
Lui si scherniva. 
Dimagriva e ingrassava alle spalle del suo ritratto, dipinto rimasto giovane, mentre la vera pelle invecchiava al sole, le unghie smettevano di graffiare e non si decideva tra la circoncisione dell' ipofisi, cosi bellamente di moda, e smettere una buona volta di fumare. Almeno diminuire. 
Ma la carne sua, puttanalaeva, era ancora sempre  ben soda. Ed erano anni che non andava nella sala d'aspetto del suo medico. L'ultima volta era fuggito da lì proprio all'avvento del suo turno. Ridacchiando. Cazzo avevo io  da ridere non ricordo però.
Niente da fare non cadeva dentro a nessun morbo. 
Sì, in qualche trappola affettiva, quella più tagliente, per fortuna. Sì, quando poi mestruava dal naso, ovvero tutti i giorni tranne il ventottesimo, si innamorava. 
Lo è ancora e con sentimento e sporco e colante e ha imparato a scopare ed è inutile chiedersi chi è e tanto sono solo e gioiosamente e sempre male accompagnato.




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